Nove anni in rete

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Se riguardo a com'ero soli tre anni fa non posso che esserne sbalordito e un po' spaventato: sono cambiato, ho imparato, sono cresciuto. Cosa riserverà il futuro?

Una cosa è certa: il cambiamento è una cosa bellissima, in quanto è vita, in tutte le sue forme.


Mi è sembrato giusto scrivere questo mio importante intervento in una data così significativa, il 12 Gennaio del 2013, il nono anniversario dal mio arrivo sul web, e farlo aprendo con un paio di frasi tratte dal primo post inserito sulla versione rinnovata di questo sito nell'ormai lontano 2007. Se tante cose sono cambiate nella mia vita ad essere rimasta la stessa è questa mia visione del mondo: il cambiamento è necessario e inevitabile e, per quanto sia fondamentale mantenere dentro di sé il ricordo di ciò che è stato importante in passato lo è ancora di più l'essere coscienti della situazione presente e il sapere guardare al futuro.

Quando sono approdato sul web, nel 2004, ero un giovane hacker con poca esperienza ed un'innata curiosità verso lo scoprire il funzionamento delle cose. Un ragazzo che leggeva manuali tecnici prima di addormentarsi e passava pomeriggi cercando di imparare a programmare, esplorando gli angoli più remoti di programmi e sistemi operativi, cercando nuove vie per fare qualcosa in modi migliori di quanto non la si fosse fatto in passato.
In quegli anni sono stato programmatore, videomaker, grafico, web designer e chissà quante altre cose, sempre totalmente da autodidatta, sempre riuscendo ad ottenere un livello di competenza di molto superiore a quanto non mi aspettassi io stesso. Sempre in quegli anni ho messo a frutto le conoscenze così acquisite dando una mano a persone care e a totali estranei, risolvendo i loro problemi informatici e cercando, nel contempo, di interessarle al mondo dell'IT, di renderle partecipe del suo fascino e del suo costante cambiamento. Mondo che, per l'appunto, è cambiato ed è evoluto ad una velocità sempre più incredibile, a volte esattamente come speravo, altre volte lasciandomi l'amaro in bocca, senza mai veramente fermarsi.

Nel frattempo, mentre gli anni passavano, Jack Overfull, il personaggio che mi ero creato per le mie interazioni in rete (ricordate: nel 2004 non si utilizzava mai il proprio vero nome online!), ha cominciato ad infiltrarsi nella mia "vita reale", a diventare sempre più me stesso. Ricordo ore passate a scuola a scrivere codice sui quaderni di latino, per poi tornare a casa ed inserirlo nei listati di PortableOSX, ricordo quelle passate con un amico a progettare OverWill, la nuova e rivoluzionaria distribuzione Linux che avrebbe cambiato il mondo (non è senza un po' di orgoglio che ho poi potuto vedere molte delle funzionalità che avevamo ideato all'epoca venir man mano introdotte in altre distribuzioni, in OS X e in Windows), ricordo di quando tornai apposta dalle vacanze estive per passare due giorni a portare su Mac la nuova versione di OpenArena, in modo che la release 0.7 potesse uscire alle 07 e 07 dello 07/07/07 per tutte le piattaforme supportate, come da programma. Ricordo le serate spese a modellare su Blender e i pomeriggi passati con amici nel tentativo di girare un film, gran parte del quale ancora qui, su uno dei miei HD. Ricordo le Mac pizzate, le persone conosciute tramite il web che ho poi incontrato di persona e quelle di cui non conosco il viso ma che sono arrivato a sentire comunque molto vicine a me. Ricordo le giornate passate a risolvere problemi su ItaliaMac oppure con un amico, nell'installare la Deadmoo sul suo PC, oppure nei laboratori della scuola, tentando di installare MacOSX86 sui PC locali per poter tenere un corso di iMovie (!!). Ricordo il mio Hacking sull'iPod Mini e sul Touch, sia relativo a Linux che ai primissimi tentativi di jailbreak. Ricordo di quando ho messo su un forum per la mia scuola, in un certo senso antesignano di quella che oggi è la quotidianità dei social network e di come ho scoperto con le cattive quanto qualcuno possa essere differente online rispetto a come lo si conosce nel quotidiano.
Questo e altro ricordo.

Superato l'esame di maturità sembrava solo logico che avessi una promettente carriera da programmatore davanti e che dovessi iscrivermi ad Informatica. E così m'iscrissi. Quel primo anno in UniTO è stato divertente anche se sono forse più legato a memorie non direttamente legate alla carriera universitaria, non ultimo al mio prendermi carico di ASM, software di cui ero utente da anni, per portarlo al passo coi tempi. Software che, evolutosi in multiXFinder, tutt'ora utilizzo e che sembra avere alle spalle una schiera di irriducibili che non vi vogliono rinunciare.

Parte di questa mia passione si rifletteva sulle pagine di questo sito, parte altrove sul web (in particolare su ItaliaMac, forum che per anni è stato per me una seconda casa), parte la conoscono solo pochi intimi o è rimasta totalmente privata.

Quello che nessuno si aspettava era che a quel punto potessi venir travolto da un'altra passione, da quella che in fondo era una passione di famiglia, una passione per cui avevo mostrato in precedenza un interesse veramente molto superficiale: la passione per la musica.
L'ho affrontata come tante altre cose in passato, in modo lento e metodico, apprendendo tutto ciò che mi serviva man mano che mi serviva, buttandomi costantemente in situazioni per cui non ero veramente pronto e durante le quali avrei dovuto sfiorare i miei limiti per uscirne.
Nell'arco di pochi mesi sono passato dal non saper suonare nessuno strumento al farlo abitualmente con altri, nell'arco di un paio d'anni ho preso atto di quanto il suonare e il comporre mi avessero cambiato e fossero diventati importanti per la mia vita. Sono passato dal non saper assolutamente niente di musica al fondare una mia band, con cui suonare dal vivo a livello semiprofessionale e con cui ho recentemente registrato un album.
Grazie alla musica ho conosciuto persone incredibili, alcune delle quali oggi considero mie amiche, ho visto e udito cose di cui non immaginavo nemmeno l'esistenza solo tre anni fa.

Oggi sono questo: un organista Hammond e un compositore, mi rifaccio, in modo inusuale, allo stile di Matthew Fisher e sono esperto della musica dei Procol Harum, musica che propongo, dal vivo e breve anche su disco, con la mia band, i Sormorock. Un musicista ormai deciso a voler vivere della sua passione, sempre in cerca di concerti o di nuove situazioni in cui suonare, sempre preso da qualche dettaglio scoperto in qualche oscuro brano o dal comporre nuova musica che magari poi non riterrà abbastanza "speciale" perché possa essere portata su un palco. Un musicista che si "sente vivo" quando è sul palco, ben lontano dal ragazzo a cui tremavano le gambe nel parlare davanti ad un pubblico.

Un cambiamento c'è stato, di certo un grande cambiamento, di certo un cambiamento non gradito a tutti e, inutile negarlo, un cambiamento che mi ha portato a seguire una strada molto più difficile di quella su cui mi trovavo alcuni anni fa. Ma una cosa non è cambiata e spero non cambi mai: la mia curiosità, il mio "essere tuttologo", la mia necessità di sapere, di conoscere intimamente i dettagli di ciò di cui mi occupo, necessità che potrà parere frivola ma che invece è per me sempre stata la chiave nel riuscire a fare qualcosa bene.

Ho scritto questo lungo post perché mi sentivo in dovere di far capire a tutti quelli che ho aiutato in passato e che si stavano chiedendo perché non intervenissi più come un tempo , a tutti quelli che ancora si rivolgono a me per risolvere i loro problemi, a tutti coloro a cui sono stato legato in quella "vita precedente" cosa fosse successo. Io sono sempre qui. Sto bene e continuerò ad aiutarvi, per quanto sarà possibile, ma non sono più la stessa persona che ero una volta. Il sito rimarrà online come archivio di ciò che ero ma facilmente sarà aggiornato con bassissima frequenza. Il codice dei miei programmi è sempre stato open source, è stato concepito per potermi sopravvivere e spero che salti fuori qualche giovane programmatore che si prenda carico ad esempio di multiXFinder. Probabile che continui ad occuparmi di qualche progetto informatico occasionalmente, ma lo farò più per un assurdo senso del dovere che per diletto.

La morale è: "mai pensare di sapere dove la vita ti ha portato, potrà sempre accadere qualcosa in grado di cambiare veramente chi sei".
Oggi ho avuto una sessione di una registrazione, venerdì avrò un concerto qui a Torino, ad Aprile parteciperò un festival in Germania. Non so cosa accadrà dopo ma una cosa la so: per quanto certi momenti possano sembrare difficili, per quanto la strada possa sembrare tutta in salita, per quanto a volte ci si possa scoraggiare e pensare che sia finita la vita è una cosa bellissima e che va vissuta in ogni suo attimo e sono pronto ad affrontarla, qualsiasi cosa accada.


Pubblicato Sabato 12 Gennaio 2013 - 20:38 (letto 7759 volte)
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