Ne avevo
già parlato in passato: in febbraio
Steve Jobs, attuale CEO di
Apple, aveva pubblicato una
lettera aperta alle major, spiegando i motivi per cui, secondo lui, vendere musica proteggendola da tecnologie
DRM non avrebbe senso e chiedendo loro di poter
liberare la musica venduta tramite l'iTunes store.
In seguito DefectiveByDesign pubblicò una sorta di
risposta a Steve, nella quale chiedevano di dimostrare la sua buona fede, dato che, nonostante le belle parole, nulla ancora si era mosso.
Fino ad ora.
Oggi, infatti, Apple
ha comunicato che renderà disponibili i brani di
EMI, una delle 4 principali
major musicali del pianeta, ad alta qualità e
privi di DRM a 30 centesimi in più, con anche la possibilità di passare dalla versione con DRM a quella senza, ad alta qualità, pagando soltanto quei trenta cents.
Ciò è indubbiamente un'ottima prima mossa, che sembra, oltretutto, dimostrare la buona fede di Apple (e di EMI, ovviamente…), ma vediamo brevemente che cosa implica…
Principalmente, dicendo che, a priori, questa mi sembra una grande mossa, che conferma in pieno le mie speranze, si può considerare questo
balzello di trenta centesimi in due differenti modi…
1) L'utente paga trenta centesimi in più per ottenere un brano ad alta qualità, virtualmente indistinguibile da un CD (sono le parole di Apple…). Francamente, al contrario di quanto è stato da molti detto in rete, non ci vedo niente di male: più qualità significa più spazio occupato e, di conseguenza, costi più alti.
2) L'utente paga
un contentino ad EMI o ad Apple, volto a coprire parzialmente la spesa di
aver liberato il proprio contenuto. in pratica
si compra la propria libertà.
Da un punto di vista etico sono perfettamente d'accordo: questo è sbagliato, la libertà dev'essere un diritto, non un "
di più". Da un punto di vista un po' più pratico mi viene da pensare che nessuno ha obbligato Apple a fare una mossa simile, così in controtendenza e che, dopotutto, il servizio è suo e quindi, nei limiti della legge, può farne ciò che vuole. È, forse, una posizione un po' cinica, ma, a mio parere, è la più corretta, quindi l'adotterò, pur sperando che, in futuro, non saremo più costretti a compiere simili "scelte morali".
Lunga vita ad Apple, quindi, e che continui con queste scelte "innovative",
differenti (checché si dica) e, in fondo, rappresentanti un nuovo inizio.
Si spera.
Interessante notare, comunque, come Apple ora si riferisca, ormai da gennaio, al suo sistema operativo come ad "OS X": la parola Mac sembra ormai scomparsa. Questo, probabilmente, è un sintomo dell'introduzione dell'iPhone: ora non è più solo il sistema operativo del Mac, ma anche di questo nuovo prodotto e, forse, chissà di che cos'altro…
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